CASO STUDIO: Perché l’imprenditore Francesco S., saggiamente, ha deciso di proteggere il suo patrimonio familiare in maniera preventiva (cioè anche se non sembravano esserci rischi all’orizzonte)

Oggi voglio raccontarti il caso studio di un cliente che ho aiutato a tutelare la propria famiglia mettendola al riparo da potenziali futuri rischi imprenditoriali.

In articoli come questo, in cui parlo di casi reali in cui ho fornito consulenza ai miei clienti, non citerò dati sensibili che possano renderli riconoscibili. 

Questi dati sono e restano un dato che custodisco gelosamente perché rappresentano segreto professionale.

Citerò solo il nome e l’iniziale del cognome.

Ma, nonostante ciò, possono esserti d’aiuto per capire in quali situazioni imprenditori, investitori ed eredi di patrimoni rilevanti hanno chiesto il mio intervento professionale. E come li ho aiutati.

In questo caso ti racconto la storia che ha visto collaborare me e Francesco S. 

Inizio dal raccontare il contesto.

CONTESTO

Francesco S. è coniugato in regime di comunione dei beni ed ha un figlio.

Francesco è l’imprenditore titolare di un’attività che vende prodotti di biancheria per la casa.

Quando Francesco mi ha contattato, la sua attività: 

  • era da svariati anni sul mercato; 
  • era gestita sotto forma di ditta individuale; 
  • produceva ricavi per circa 4 milioni (4.000.000) di euro; 
  • e collaborava con 10 dipendenti.

Nel corso del tempo Francesco ha acquistato personalmente 2 immobili abitativi. In uno dei 2 ci viveva con la sua famiglia e l’altro era concesso in locazione. Inoltre, Francesco disponeva di circa 500.000 euro investiti in prodotti finanziari. 

Nel momento in cui Francesco mi ha contattato non aveva problemi né di natura economica, né di natura finanziaria e non aveva aperto nessuna posizione debitoria straordinaria. 

In sintesi, Francesco era (ed è) un imprenditore tranquillo, con un’attività che funzionava (e funziona) alla grande.

Ma Francesco era anche consapevole della propria responsabilità illimitata a cui doveva rispondere personalmente con il proprio patrimonio (avendo scelto in passato di operare come ditta individuale). 

Per completare il contesto della situazione, da alcuni anni c’era Vincenzo (fratello di Francesco) che lavorava come dipendente, ma che avrebbe voluto diventare socio dell’attività con una quota del 10%. 

OBIETTIVO

Quindi qual era l’obiettivo di Francesco?

Perché si è rivolto a me?

Francesco aveva l’esigenza di tutelare la propria famiglia mettendola al riparo dai rischi imprenditoriali illimitati a cui attualmente era esposto (ti ricordo che gestiva la sua attività con una ditta individuale).

Vincenzo voleva partecipare all’attività in qualità di socio (in accordo con il fratello) ma, essendo una persona prudente, voleva limitare la sua responsabilità.

SOLUZIONE

Quindi come ho aiutato Francesco S. a raggiungere questi 2 obiettivi?

Prima di giungere alla soluzione adottata voglio mettere in evidenza che in questi casi si possono utilizzare diversi strumenti che possono permettere di raggiungere lo scopo.

Ovviamente ogni strumento ha i suoi PRO e i suoi CONTRO sia in termini di protezione che in termini di costi ed il cliente con il mio aiuto deve valutarli per poi scegliere quello che risponde meglio alle sue esigenze.

Nel caso specifico un primo passo è stato quello di conferire la ditta individuale in una società a responsabilità limitata (srl). Questa operazione ha permesso di limitare la responsabilità dal momento del conferimento. Come vantaggio aggiuntivo su questa operazione non sono state pagate imposte di nessun tipo (vantaggio fiscale).

Dopo il conferimento, anche Vincenzo ha potuto partecipare all’attività aziendale attraverso un aumento del capitale ed ottenere il 10% di quote della società.

Per proteggere gli immobili, con Francesco abbiamo optato per la costituzione di un fondo patrimoniale da destinare al soddisfacimento dei bisogni della famiglia.

Per quanto riguarda la liquidità investita in titoli, Francesco ha valutato che buona parte di essa poteva essere tranquillamente accantonata attraverso una polizza vita con il figlio come beneficiario.

RISULTATI

Oggi Francesco è soddisfatto.

Sa di aver messo al sicuro la sua famiglia, anche se non vedeva rischi immediati all’orizzonte, e di aver soddisfatto l’esigenza del fratello.

Ha ragionato e agito da imprenditore: ha anticipato un eventuale futuro pericolo.

Francesco ha intravisto tra i vari strumenti che gli ho proposto quello che, in quel momento, gli consentiva di ottenere i risultati che voleva raggiungere in maniera semplice, economica ed immediata,

Grazie alla mia consulenza, Francesco è consapevole che ci sono altri strumenti che possono permettergli di migliorare la sua posizione e mi ha detto che vuole farlo appena si sarà abituato agli strumenti adottati in prima battuta.

Voglio terminare questo caso studio con un suggerimento importante.

Una pianificazione va sempre rivista periodicamente, almeno ogni 2 anni, affinché venga ottimizzata in base alle mutate esigenze che inevitabilmente si verificano con il trascorrere del tempo.

Ti rivedi nella situazione iniziale di Francesco S. o sei in una situazione simile?

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È una consulenza senza impegno da parte tua.

Ci conosciamo, mi racconti la tua attuale situazione e capiamo se posso aiutarti. 

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